Liturgia della Domenica - 8 Luglio

gesu tempio8 LUGLIO 2018

Dagli abitanti di Nazaret, sua patria, Gesù non viene riconosciuto nella sua identità più profonda. Essi perciò si stupiscono della sua sapienza e della capacità di compiere miracoli. A loro mancavano l’umiltà di un ascolto sincero della sua parola e una vera fede in lui.

GESÙ PERCORREVA I VILLAGGI D’INTORNO, INSEGNANDO

Coloro che Dio sceglie per una missione non hanno il compito facile. Al profeta Ezechiele è detto chiaramente che i figli di Israele, ai quali viene inviato, sono dei ribelli, sempre in rivolta contro Dio. Nonostante la testardaggine degli interlocutori, il profeta deve restare fedele alla sua missione di portavoce di Dio, schivo e incurante del successo, deve lasciarsi guidare unicamente dallo «spirito che è entrato in lui» (I Lettura). Diverso deve essere il comportamento di Paolo con la difficile comunità di Corinto. Egli non deve riporre il suo vanto nelle straordinarie visioni e rivelazioni, come pure nei prodigi e miracoli. Questi «segni del vero apostolo» vanno considerati come pericoli di montare in superbia, attribuendo a sé ciò che invece è solo effetto della «potenza di Dio» (II Lettura). 

La situazione di Gesù, invece, è quella del profeta «nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Lo stupore suscitato dalla sapienza che traspare nel suo insegnamento e i prodigi compiuti dalle sue mani sono solo «motivo di scandalo». L’incredulità dell’uomo riguardo all’intervento divino è tale da meravigliare lo stesso Figlio di Dio! (Vangelo).