Liturgia della Domenica - 29 Aprile

gesu tralciGesù riprende dalla Bibbia l’immagine della vite e dei tralci, per esprimere il rapporto di Dio con il suo popolo Israele. Più volte viene sottolineata la parola "rimanere". Se "rimaniamo" in Cristo, portiamo frutto; staccati da lui, siamo come tralci vecchi, destinati solo al fuoco. - Celebriamo oggi la giornata per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica.

RIMANIAMO UNITI A CRISTO VERA VITE

La liturgia odierna ci invita a riflettere sulla parabola della vite e i tralci. Essere e rimanere uniti a Cristo è fondamentale per ricevere la linfa vitale che ci permette di produrre i frutti. Senza l’adesione piena a Cristo si è improduttivi. Paolo – dicono gli Atti degli Apostoli – è un isolato ed emarginato nella comunità di Gerusalemme (I Lettura). Egli, che in modo sconvolgente è venuto a conoscenza del Cristo, deve fare i conti con la diffidenza che lo circonda. Ma alla fine trova posto nella comunità che lo riconosce come uno degli evangelizzatori più coraggiosi. Siamo peccatori, ma ugualmente amati da Dio. 

Giovanni (II Lettura) ce lo dice con chiarezza. Inoltre, dalla comunione con Cristo-Verità nascono frutti copiosi. È una gioiosa certezza che dissipa ogni timore e ci dispone al servizio, al perdono reciproco, alla carità. La fede si esprime in un amore sincero, concreto ed efficace. Gesù nel Vangelo odierno ci assicura che solo il tralcio che resta unito alla vite produce frutto. Aderendo totalmente a Cristo con fede e amore, portiamo frutti di santità e di grazia, di vitalità interiore e di impegno per l’evangelizzazione.