Liturgia della Domenica - 31 Marzo

figliol prodigo

Oggi il Vangelo ci propone la parabola del figliol prodigo. Il Signore Dio è buono e paziente. Egli invia il Figlio suo non per coloro che si credono giusti, ma per coloro che si riconoscono peccatori. Il nostro ritorno sarà per lui una festa.

«SE UNO È IN CRISTO, È UNA CREATURA NUOVA»

San Paolo afferma che «se uno è in Cristo, è una creatura nuova», lascia perdere le cose vecchie e si aggrappa a quella novità portata dal Signore: una vita piena e riconciliata nell’amore (II Lettura). La riconciliazione non è mai a senso univoco: necessita di una persona che la dona e un’altra che la accoglie, altrimenti resta sterile. La parabola del Padre misericordioso e dei due figli ne è un esempio luminoso: da una parte c’è il Padre che accoglie i due figli e dall’altra ci sono i figli: il minore, che nell’abbraccio di misericordia, si rende conto del male fatto e si lascia riaccogliere, mentre il figlio maggiore si chiude nei suoi preconcetti e non accetta il perdono, cosicché l’offerta del padre di rientrare crolla. 

Sono i due modi con i quali ogni uomo può porsi dinanzi al perdono di Dio: o lasciarsi avvolgere da questo infinito e paterno amore, o rimanere inerte a cercare di capire una logica che non potrà mai essere compresa con le teorie umane. Tuttavia, se ci si lascia plasmare da questo affetto, si comprende che il vero imperativo che cambia la vita è l’amore, non l’imposizione o la legge.