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Liturgia della Domenica 18 Maggio - Il commento di Don Claudio
«Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere» (Prov 25,21). Così il libro dei proverbi, uno dei testi dell’Antico Testamento al capitolo 25. E il Vangelo di Giovanni: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri». Se tutta la Bibbia è percorsa da questo insegnamento ad amare il prossimo e non solo, dove sta la novità di Gesù e di certo, siamo tentati di pensare dopo duemila anni, non è nemmeno più una grande novità.
Forse la domanda che ci dovremmo porre potrebbe essere un’altra. Conosciamo il testo. Non sono parole nuove. Sappiamo anche in che circostanza queste parole vengano pronunciate - lo ricorda anche l’apertura del brano di oggi, Giuda che lascia il Cenacolo - il nostro problema se vogliamo, che ancora si pone come novità, è che queste parole facciamo un tantino fatica a tradurle nel nostro quotidiano. Amarci gli uni gli altri. E Gesù non dice chi amare... vale a dire quelli della famiglia, gli amici, le persone che ci stanno a cuore, forse i vicini... no: Egli ci invita ad amare l’uomo, ogni uomo, dove nell’accezione di uomo vi è sottinteso uomo maschio e femmina, la completezza dell’essere umano. E la misura di questo amore è il “come - così”. Come io ho amato voi. E come ci ha amati Gesù? Fino a donare la sua vita. Ma prima ancora, se andiamo a seguire Gesù nella sua vita pubblica, egli ha amato accogliendo chiunque incontrava sulla sua strada... e l’elenco da fare sarebbe veramente lungo. Un amore non da manuale ma un amore concretizzato, vissuto, tradotto nel quotidiano.
Potrebbe bastare per oggi... perché se ascoltiamo con attenzione Gesù è molto chiaro e ci indica la strada da seguire! Ma non dobbiamo dimenticare che questo amare, deve avere un suo ritorno. Sapranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri come io vi ho amati.
La differenza. Possiamo essere brave persone. Possiamo essere impeccabili in ciò che noi facciamo. Ci possiamo spendere anche per gli altri senza alcun interesse o tornaconto personale... ma solo se sapremo far trasparire in ciò che facciamo la presenza del Signore Gesù, che siamo suoi discepoli, che gli apparteniamo, allora quell’amore sarà autentico. E questo perché Dio è amore, e nell’amare in maniera autentica, come il Figlio suo ci ha amati, Dio si rende presente, Dio si manifesta e trasforma le nostre relazioni, il nostro mondo, ciò che noi siamo. Chiediamo a lui di vivere del suo amore.