Liturgia della Domenica 24 Agosto - Il commento di Don Claudio

porta stretta gesuIl Vangelo di questa XXI domenica si apre con una domanda: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Una domanda che forse oggi sembra non interessarci più di tanto. E quando parliamo di salvezza la riferiamo ad altri contesti... il pericolo di un incidente, la malattia, in ambito sportivo o in quello scolastico.

Un primo interrogativo che possiamo far emergere da questo brano del Vangelo è: crediamo nella salvezza che il Signore Gesù è venuto a portare per tutti noi? Egli ha dato la sua vita per la nostra salvezza. Egli ha dato la sua vita perché la nostra vita potesse respirare la dimensione dell’eternità. Certo per chi ha a cuore solo le cose di questo mondo, come già detto, l’unica salvezza che gli può interessare è quella delle situazioni che la vita inevitabilmente riserva a tutti. 

Gesù ci salva dalla mediocrità di una vita vissuta con l’unico scopo di ancorarci alle cose di questo mondo. Ma il Maestro, a ben vedere, non risponde alla domanda che gli è posta. Non mette in risalto la quantità di coloro che si salveranno ma l’urgenza di lavorare per essere salvati. Egli usando un’immagine che arriva al cuore della gente, dice: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. La porta è stretta, cioè piccola, come lo sono i piccoli e i bambini e i poveri che saranno i principi del Regno di Dio, è stretta ma è a misura d’uomo, di un uomo che ha messo da parte tutto ciò che può appesantirlo, lo gonfia... ruoli, portafogli gonfi, l’elenco dei meriti, i bagagli inutili, il superfluo; la porta è stretta, ma è aperta!

L’insegnamento è chiaro: fatti piccolo, e la porta si farà grande. Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici. E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali. Quelli che si accalcano per entrare si vantano di cose che contano poco: abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti. Ma questo può essere solo un alibi di comodo. Scrive padre David Maria Turoldo: “Quando è vera fede e quando è solo religione? Fede vera è quando fai te sulla misura di Dio; semplice religione è quando fai Dio a tua misura”. 

Non basta nutrirci del pane spezzato per noi che è Gesù, e qui potremo porci un ulteriore interrogativo sul nostro accostarci all’Eucaristia, ma dobbiamo a nostra volta farci pane per gli altri, spezzato per la fame degli altri. Dio non ci riconosce per formule, riti, o simboli religiosi, ma perché abbiamo mani che si adoperano per la giustizia, che si sporcano per il bene degli altri... la carità, che ancora una volta, ci chiama in causa per essere riconosciuti degni di prendere parte al banchetto. 

Lapidarie le parole: “Non so di dove siete”. Coloro che bussano alla porta hanno si - compiuto azioni per Dio -, ma nessun gesto di giustizia per i fratelli. Ancora una volta la Parola di Dio, come ci ricorda la lettera agli Ebrei, diventa invito alla riflessione, alla conversione, alla correzione... “il Signore corregge colui che ama”. 

Lasciamoci guidare in questa settimana dall’invito a farci piccoli, a predisporci a passare per la porta stretta (che è Gesù stesso) a lasciarci spronare per adoperarci per i fratelli... solo così anche la nostra preghiera si arricchirà dinanzi a Dio... e noi potremo prendere parte al banchetto finale.