- Questo sito usa cookie per fornirti un'esperienza di navigazione migliore.
- approfondisci
- ok
Liturgia della Domenica 26 Gennaio - Il commento di Don Claudio
Siamo alla terza domenica del Tempo Ordinario. Sappiamo che Luca è il Vangelo di riferimento per questo anno liturgico. Torniamo oggi ai primissimi versetti di questo Vangelo. [Versetti omessi fino ad oggi ma che hanno la loro importanza per il testo che poi ci accompagnerà per tutto questo anno liturgico]. Luca vuole fare ordine e chiarezza sugli eventi della vicenda storica di Gesù di Nazaret, dando così spessore alla narrazione orale tramandata dai testimoni oculari fra cui, abbiamo motivo di ritenere, la stessa madre del Signore. Sappiamo che Luca, medico, scrive questo libro e gli Atti degli Apostoli aprendo entrambi i testi con un riferimento: Teofilo (amico di Dio) che può essere una persona, di una certa importanza, illustre, ma anche una comunità per la quale scrive l’evangelista.
Quindi dai primissimi versetti del Vangelo passiamo al quarto capitolo. Egli già era conosciuto ed Egli ancora compie un gesto che è tipico del rito che si tiene nel giorno di sabato nella sinagoga, leggere un passo della Sacra Scrittura [salmo 92, un passo dal Deuteronomio e un brano da un Profeta], come del resto facciamo anche noi quando partecipiamo alla Messa domenicale. La proclamazione della Parola di Dio. C’è da notare che Gesù non va in sinagoga per il culto ma per insegnare! Più che trovò andrebbe tradotto cercò, e così facendo Gesù compie qualcosa che non è previsto dal rito. Egli cerca le parole del profeta Isaia, e legge, lo Spirito del Signore è sopra di me... per questo mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore... quelle parole trovano la loro attuazione in Gesù. Ma ancora, Gesù non completa la lettura come dovrebbe essere: “...a proclamare l’anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio”. Questo era ciò che attendeva il popolo un Messia forte e potente che facesse piazza pulita da chi era lo straniero, il potente, il dominatore. Tutto ciò crea un clima di tensione e tutti posano gli occhi su di lui. Tutti sono in attesa... potremmo dire tutti sono incuriositi di quanto Egli dirà loro.
Del resto, Gesù è cresciuto a Nazaret, tutti lo conoscono, è uno di loro... si la sua fama si è sparsa in tutta la regione... ma l’attesa è sempre grande, anche per quei fuori programma compiuti da Gesù.
“Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Una parola che nel tempo ha raggiunto il cuore e l’attenzione dei cristiani. Oggi non è solo un avverbio temporale riconducibile al momento in cui Gesù proclama queste parole, ma raggiunge ogni “oggi” della storia. Oggi Egli è venuto a portare il lieto annunzio ai poveri, a dare libertà ai prigionieri e agli oppressi, la vista ai ciechi e proclamare l’anno di grazia del Signore. Dove per poveri, prigionieri, oppressi, ciechi... va letto non solo per coloro che possono essere segnati da questi mali o limitazioni, ma per quanti vivono in questa situazione spirituale... di povertà, di cecità, di prigionia.
Il Signore oggi irrompe nella nostra vita e diventa il Messia, il Signore inviato dal Padre per instaurare un regno nuovo, che di certo ha coordinate diverse dalle aspettative del popolo ma che non per questo è meno importante.
Tu per questo sei venuto e vieni o Signore. Fa’ che lo riscopriamo nella nostra vita, nella nostra povertà, nella nostra cecità...