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Liturgia della Domenica 31 Agosto - Il commento di Don Claudio
La liturgia della Parola di questa XXII domenica del Tempo Ordinario mette in campo una serie di parole, di termini che si, ci capita di sentire, soprattutto se leggiamo il testo sacro, ma che senza dubbio sono un tantino desuete dal nostro vocabolario quotidiano.
Umiltà, mitezza, semplicità, ultimi posti. E non è questione di quando si partecipa ad una liturgia il prendere i primi o gli ultimi posti, anche se i contemporanei di Gesù di certo anche in questo si distinguevano, ma si tratta di atteggiamenti da coniugare nella vita di tutti i giorni.
Avere cura e attenzione per gli altri, non pensare solo a se stessi ma impegnarci perché soprattutto chi è nel bisogno possa avere un aiuto concreto nella difficoltà quotidiane.
Gesù non fa distinzione di sorta. E non ha paura di parlare apertamente anche nei confronti di coloro che all’epoca vantavano un certo stile che ben poco aveva a che fare con lo stile, se così si può definire, di Dio. La nostra vita di cristiani di certo si gioca sul fatto di una vita di pietà che equivale alla preghiera, alla partecipazione ai sacramenti, al tener desto quell’invito che Gesù non manca di richiamare: essere pronti per il Regno, paragonato anche in questo Vangelo all’immagine di un banchetto.
Ma ancora vogliamo sottolineare che l’essere discepoli di Gesù comporta un saper coniugare la quotidianità con l’essere con e per gli altri. Del resto, l’uomo non può vivere la sua vita se non in relazione agli altri.
Noi siamo fatti per confrontarci, per condividere, per accorgerci che non siamo soli, ma che ci sono fratelli e sorelle che vivono insieme a noi, che gioiscono, sperano, amano, talvolta soffrono, si disperano e chiedono di fare strada assieme. Senza preoccuparci, ce lo ricorda il Vangelo, di quelli che possono ricambiarci, di quelli che ci stanno simpatici, di quelli che rientrano nella nostra cerchia... ma avendo un cuore sapiente e un orecchio attento, come dice il libro del Siràcide, per scorgere le necessità di chi ha bisogno, di chi forse si aspetta una parola di conforto, un sorriso, un pezzo di pane, una serata condivisa, un aiuto per sentirsi meno solo.
Ripartiamo con questo impegno per la nuova settimana. Diventiamo, una volta di più, capaci di essere testimoni del Signore, attraverso la nostra vita... senza la preoccupazione di farci vedere ma con il desiderio di essere di aiuto a chi possiamo incontrare nella nostra quotidianità.