Liturgia della Domenica 6 Luglio - Il commento di Don Claudio

Gesu apostoli lupiIn questa XIV domenica del Tempo Ordinario, il Vangelo di Luca, ci porta a riflettere su quelle che potremmo definire le coordinate della missione. Coordinate un tantino diverse da quelle che le intendiamo noi oggi o da come sono state vissute nel corso dei secoli. Troppe volte la semplicità del Vangelo è stata sovracaricata di strutture, di celebrazioni, di liturgie in pompa magna che talora hanno corso il serio pericolo di allontanare più che di avvicinare la nostra fede nel Signore Gesù. Nel Vangelo, Gesù arriva a raccomandare di non sovraccaricarsi nemmeno di quello che a ben vedere dovrebbe essere lo stretto necessario... borsa, sacca, sandali... e perché Lui raccomanda questo? Perché gli preme il cuore del Vangelo, l’annuncio della buona notizia. Annunciare il Vangelo significa dire: “È vicino a voi il Regno di Dio”. E sappiamo che con questa affermazione non si vuol dire l’estensione o la vastità di un territorio, di un perimetro ben definito quale può essere quello di un regno umano. Il Regno di Dio è Gesù stesso e per accogliere lui occorre che nel nostro cuore dimori la pace, quella pace, e sono le prime parole che Gesù affida ai suoi discepoli nell’incontrare la gente, quella pace ... che deve essere donata, deve dimorare e deve emergere nell’accogliere la buona notizia!

“Pace a questa casa”. Un augurio che non dovrebbe mai mancare pensando non tanto alle nostre case ma alle nostre famiglie. La pace di Gesù. Cuore autentico del Vangelo. Quanto la sappiamo invocare per la nostra quotidianità, nelle relazioni con i nostri cari, con chi incontriamo quotidianamente, con quanti siamo chiamati a costruire le giornate di lavoro, di scuola, di tempo libero, di routine quotidiana?

Gesù è consapevole, nella certezza che oggi più che mai tanta è la messe che ha bisogno di essere raggiunta dall’annuncio del Vangelo, ... Gesù è consapevole che questa missione è affidata a noi, suoi discepoli, che siamo inviati come agnelli in mezzo ai lupi. Non da soli però, ma a due a due o se volete con il supporto di una comunità che sempre è chiamata ad annunciare, a rendere presente il Vangelo. Oggi essere cristiani non è assolutamente cosa facile e scontata. Oggi vivere il Vangelo non vien da sé, se un tempo la società che ci girava attorno era impastata di Vangelo... oggi non è più così, dunque, dobbiamo avere il coraggio e la determinazione di fare scelte che ci coinvolgono dalle piccole alle grandi cose.

Stiamo constatando che vivere da cristiani nel mondo contemporaneo vuol dire acquisire la consapevolezza che siamo piccolo gregge, minoranza, che dobbiamo andare controcorrente. Le nostre chiese, le nostre messe sono sempre meno frequentate e questo a dirci che la fede può essere messa in secondo piano, può essere vissuta tra me e me senza troppo coinvolgimento e senza troppo impegno. Andate! Gesù ci domanda di diventare annunciatori, di lavorare per la messe, di arrivare al cuore della gente perché questa torni al cuore di Gesù. Con semplicità ma anche con determinazione!

Solo così potremo gioire perché i nostri nomi sono scritti fra coloro che con la vita hanno testimoniato il Signore Gesù, sono scritti nel cielo.