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Liturgia della Domenica 7 Settembre - Il commento di Don Claudio
“Quale uomo può conoscere il volere di Dio” ... queste le prime parole dalla prima lettura di questa XXIII domenica del Tempo Ordinario. Queste le parole che oggi il Signore, in apertura ha rivolto a ciascuno di noi. “Conoscere il volere di Dio”. Forse a tutti sarà capitato ancora di chiedere, nella preghiera, quale fosse la volontà di Dio sulla nostra vita, su decisioni da prendere, su situazioni da affrontare. Ma il testo del libro della Sapienza, in maniera molto concreta, non manca di ricordarci che “a stento immaginiamo le cose della terra” ... figuriamoci le cose del cielo. Solo un esercizio continuo e attento ci può aiutare, forse non sempre in maniera chiara e scontata, a capire quello che il Signore domanda alla nostra vita. “Insegnaci a contare i nostri giorni” ci ha ricordato il salmo 89. Quante volte viviamo o sopravviviamo e non entriamo nello spessore del tempo che il Signore ci dona. Ogni minuto è un dono grande... minuto accanto a minuto che costruisce il giorno, che costruisce la vita! Giungere alla sapienza del cuore, diceva la traduzione prima di quella attuale che dice... acquisteremo un cuore saggio! Anche questa saggezza non si improvvisa, non viene da se’... ma è il risultato di un cammino di ricerca, di preghiera, di affidamento al Signore, al cui cospetto mille anni sono come il giorno di ieri che è passato.
Un cuore saggio, una fede viva, una sequela operosa non può che arrivare se non dal fare nostro quello che il Signore ci domanda nel Vangelo di Luca. (1) amare Lui più di tutto il resto; (2) seguirlo portando la propria croce; (3) rinunciare a tutto ciò che diventa ostacolo e peso per essere discepolo.
Solo chi ama Gesù senza “ma” e senza “se”, senza riserve, senza compromessi... potrà poi amare anche le persone care, le persone che ci stanno a cuore, le persone che fanno parte della nostra vita. Mettere al primo posto Lui che è l’amore diventa il presupposto per poter amare senza paura, anche chi forse facciamo fatica ad amare. Portare la propria croce! Fa parte della vita riconoscere che il cammino non è sempre facile e se inevitabilmente siamo portati a equiparare la croce a sofferenza, patimenti e morte non dobbiamo dimenticare che la croce è il più grande gesto d’amore compiuto per tutti noi: amare senza misura! Portare la propria croce comporta allenarci ad amare senza misura... anche quando il dolore può diventare insopportabile.
Anche noi possiamo essere bravi a calcolare ciò che serve per costruire o ciò che serve per sconfiggere il nemico... forse siamo un po’ meno bravi a riconoscere quello che non serve per poter seguire Gesù senza pesi che appesantiscono il passo e lo rallentano. Chiediamo a Maria, della quale lunedì 8 settembre ne ricordiamo la nascita, che ci accompagni nel cammino della vita per arrivare ad avere un cuore saggio, capace di amare senza riserve e senza misure, tralasciando tutto quello che può diventare solo peso e intralcio.