Liturgia della Domenica - 3 Febbraio

nemo2Un tempo i profeti hanno affrontato le difficoltà alle frontiere del mondo e Dio li ha assicurati della sua protezione. Oggi i cristiani devono essere al servizio del mondo. Per evangelizzarlo: non devono meravigliarsi dei rischi e delle inconprensioni. - Si celebra oggi la 41ma Giornata per la vita.

«NESSUN PROFETA È BENE ACCETTO NELLA SUA PATRIA»

Nella prima lettura della liturgia odierna Geremia è posto di fronte alla sua missione di profeta: Dio lo ha scelto fin dal grembo materno. A lui, come ad ogni profeta, non sono consentiti sconti o riduzioni: «Di’ loro ciò che ti ordinerò». A Nazaret, «dove era cresciuto», Gesù viene rifiutato, anzi cacciato. Anche noi, familiari di Gesù, talvolta gli riserviamo la stessa sorte. Il suo insegnamento molto spesso non collima con i nostri desideri o le nostre attese. La sua parola domanda conversione, cambio di strategia di vita. Continua ad essere di bruciante attualità l’amara constatazione di Gesù: «Nessuna profeta è bene accetto nella sua patria». Qui non è un qualsiasi profeta disprezzato dai suoi, ma il Profeta inviato da Dio al suo popolo, a noi. Nella seconda lettural’Apostolo Paolo nel brano della Prima lettera ai Corinzi ci indica una strada sicura per essere profeti autentici: quella dell’amore, della carità. Fuori di essa c’è solo illusione. Non possiamo non far risuonare per noi le parole di santa Teresa di Gesù Bambino: «Nel cuore della Chiesa che è mia madre, io sarò l’amore».