Liturgia della Domenica 12 Ottobre - Il commento di Don Claudio

lebbrosoIl cammino di Gesù che lo porta a Gerusalemme prosegue. E prosegue la lettura continua del Vangelo di Luca. Una settimana fa gli Apostoli chiedevano al Signore di aumentare la loro fede. Oggi Egli incontra dieci uomini malati di lebbra. La malattia da cui erano affetti questi uomini non gli permetteva di avvicinare altri uomini. Dovevano vivere in luoghi fuori dai villaggi, non potevano avere alcun tipo di contatto. Erano esclusi dalla vita sociale, erano impuri e quindi non considerati... e quando si muovevano dovevano far sentire la loro presenza con una sorta di campana che avvisava del loro arrivo. Sfidando le leggi vigenti, questo gruppo di lebbrosi si avvicina a Gesù e lo implorano: “Gesù Maestro, abbi pietà di noi”. Potremmo dire è una comunità che chiede la misericordia da parte di Gesù. Non dicono siamo peccatori, ma riconoscono la loro disgrazia in quella malattia che seppur vivi li rende come i morti. Gesù dà a loro un ordine che solitamente veniva dato a chi già era stato guarito. Dà un comando che in un certo qual modo era in contraddizione, nel momento in cui lo dà - erano ancora ammalati - non potevano avvicinarsi ad altri esseri umani e tanto meno a dei sacerdoti. Essi lo eseguono. Ma mentre sono in cammino, annota l’evangelista, furono purificati. Succede qualcosa di straordinario, sono purificati, non più impuri, non più segnati dalla malattia della lebbra. Tutti sono guariti ma uno solo, un samaritano, è salvato! E comprende il dono grande che gli è stato fatto tornando da Colui che lo ha mondato, che lo ha reso nuovo, che gli ha dato si la guarigione del corpo ma gli ha fatto gustare anche la salvezza dell’anima. Tutti e dieci si sono fidati delle parole di Gesù, hanno fatto quello che lui ha chiesto a loro... ma uno solo non si è accontentato del dono ma ha voluto cercare, ringraziare il donatore. Il fatto che l’evangelista ci dica che questo uomo era un samaritano, uomo che non era visto di buon occhio dai giudei, e quindi escluso doppiamente perché lebbroso e samaritano, questa doppia esclusione non fa desistere il guarito, a differenza degli altri nove, che comprende nel suo significato più profondo, quello che Gesù ha operato in lui. Quante volte anche noi siamo lebbrosi, facciamo fatica ad incontrare gli altri, a scoprirne i doni, i talenti, le possibilità e ci teniamo a debita distanza. Chi incontra veramente Gesù, chi si lascia raggiungere dalla sua Parola di novità non solo viene guarito da quelle che possono essere le sue resistenze, i suoi mali... ma viene salvato nel profondo della sua anima, viene reso uomo nuovo, capace di gioire e ringraziare il Signore per quanto non si stanca di operare nella sua vita. Chiediamo al Signore che ci dia un cuore attento, capace di riconoscere la salvezza che il Signore è venuto a portare, che porta e porterà nella misura in cui non abbiamo paura di rivolgerci con cuore vero e sincero a Lui.