Liturgia della Domenica 5 Ottobre - Il commento di Don Claudio

senapeLa fede! Una delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Una parolina che fa da filo rosso alle tre letture di questa XXVII domenica del Tempo Ordinario. 

“Per la fede il giusto vivrà”, chiude il brano tratto dal Profeta Abacuc. “Ravviva il dono di Dio” e ancora “Custodisci il bene prezioso che ti è stato affidato” ... San Paolo a Timoteo. “Accresci in noi la fede!” gli Apostoli, e “Se aveste fede quanto un granello di senape”, Gesù.

La fede non è un dono che mi arriva da fuori, qualcosa che bene o male può arrivare alla mia vita! La fede è la risposta, la mia risposta ai doni di Dio, al bene che non si può misurare, che Dio manifesta per ciascuno di noi. E la vita di fede non si può improvvisare. Quando siamo stati portati al fonte battesimale c’è stato fatto un dono, è stato seminato in noi un germe della vita divina. Ma questo, con l’aiuto dei nostri genitori, con l’aiuto della comunità ha sempre bisogno di essere alimentato, ravvivato, custodito... Se gli Apostoli che hanno condiviso con il Signore un tratto del loro cammino hanno avuto necessità di dire: “Aumenta la nostra fede” (anche se la richiesta va inquadrata nel racconto più ampio del perdono, assai difficile da concretizzarsi - ieri come oggi -) se loro hanno sentito questo bisogno... figuriamoci noi.

Quanto è importante che non tralasciamo le domande che ci devono sostenere nel cammino di discepolato del Signore Gesù. La fede! Cos’è per me la fede? Formule e riti mandati a memoria fin da quando eravamo piccoli? Un insieme di usanze, prescrizioni, tappe che scandiscono la nostra vita, soprattutto nell’età della fanciullezza (si vedano i sacramenti dell’iniziazione cristiana). È un’ancora che in qualche modo ci permette di vivere o di sopravvivere in questo nostro cammino nella quotidianità della vita? Che cosa significa avere fede? In chi abbiamo fede noi oggi? ... perché anche questa domanda non è secondaria. In quelle cose, situazioni, persone che ci possono garantire una vita agiata, sicura e tranquilla o in Qualcuno, con la Q maiuscola, che non vediamo e non tocchiamo come possiamo vedere e toccare tante cose in questo mondo ma che di certo possiamo vedere e toccare in situazioni, esperienze, momenti particolari che cerchiamo, viviamo, alimentiamo, ravviviamo e custodiamo... Certo tutto è possibile a Dio e anche il più incredulo di questo mondo, per grazia di Dio, può passare da una vita da ateo a una vita di cristiano fervente. Noi non siamo tra queste persone... noi, per desiderio dei nostri genitori, fin da piccoli abbiamo iniziato un percorso alla scoperta del Signore Gesù. E che cos’è allora la fede se non l’esperienza intensa di un incontro tra la nostra vita e il Signore Risorto? Che cos’è la fede se non l’esperienza condivisa, talvolta forse sofferta, di certo gioiosa tra il mio essere figlio e il mio essere fratello tra i fratelli nell’esperienza di una comunità... perché la fede non è uno sport per battitori liberi, ma è un vivere la vita come in un gioco di squadra, di condivisione, di testimonianza. 

Lo avvertiamo: abbiamo bisogno di chiedere al Signore che aumenti, accresca, irrobustisca, solidifichi la nostra fede... questo vogliamo custodire nel nostro cuore a partire da questa celebrazione. Senza paure, senza tentennamenti, senza incertezze, Signore, aumenta la nostra fede!