Liturgia della Domenica - 14 Aprile

DiscepoliPietro, nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, ricorda quanto accaduto a Gesù. Lo ricorda ai suoi contemporanei, a coloro che forse facevano parte di quella folla che aveva chiesto che fosse crocifisso. Cita l’ignoranza Pietro… ma qualsiasi sia stata la motivazione, ora alla luce dei fatti accaduti, chiaro è l’invito rivolto: “Convertitevi (dunque) e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati”. Quel sacrificio cruento non sia stato vano, per i contemporanei, per gli uomini di ogni tempo!

Giovanni nella sua prima lettera sottolinea un aspetto che non può non toccarci da vicino: “Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto”. Conoscere e di conseguenza vivere l’insegnamento di Gesù: questa è l’identità del discepolo. Così, e solo così, si realizza quell’appartenere al Signore che per noi ha donato la sua vita e ci ha fatti partecipi dell’amore Trinitario.

Il Vangelo di Luca si situa subito dopo il racconto dei discepoli di Emmaus. Anzi in un certo qual modo sono loro i protagonisti dell’apertura… “narravano agli Undici e a quelli che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane”. 

Una scena che rispecchia quanto raccontato sette giorni fa dall’evangelista Giovanni. Ma qui ci è dato di capire che non sono solo gli Undici, ma vi sono altri che hanno seguito il Maestro e sono in un certo qual modo alla ricerca di qualcosa che li possa rassicurare. Il racconto di questi due discepoli di certo riscalda loro il cuore ma, in questo contesto, succede l’imprevisto: il Risorto appare e sta in mezzo a loro. 

Sconvolti e pieni di paura scrive Luca. E ancora Gesù: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?”. Quanto è difficile credere anche di fronte all’evidenza, di fronte alla presenza del Signore. Egli li invita a fare esperienza, a toccare e chiede loro, per fugare ogni dubbio, di poter mangiare, segno di convivialità, segno di comunione e di condivisione. 

E quanto è fuori logica il Vangelo nel raccontare la reazione dei discepoli. “Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore”. Non per la paura, non per il timore… ma per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore. E per rassicurarli mangia, come abbiamo detto, e spiega loro le scritture.

La gioia che blocca, che non ti fa credere… quante volte ci è capitato in certe situazioni di dire dammi un pizzicotto perché non so se sto sognando o se è la realtà. Situazioni che ci portano, nonostante la loro bellezza, ad essere increduli, incapaci di entrare in quello che si sta realizzando davanti a noi.

Forse non sono tantissime le esperienze di fede che ci riscaldano veramente il cuore, che ci fanno gioire e al contempo sembrano bloccarci… ma questo avviene, questo accade nella misura in cui non abbiamo paura di lasciarci coinvolgere dalla sua Parola e dal suo farsi dono per noi nell’Eucaristia. Usciamo dal freddo ritualismo, dalle cose fatte un po’ tanto per fare… ed entriamo nella logica di un Signore che ogni domenica, Pasqua settimanale, si rende presente per farci fare esperienza di Lui. Chiediamogli che ci riscaldi il cuore, che sostenga il nostro andare spesso impacciato e tentennante… sia Lui il vivente che ci fa capaci di gioia per noi e per chi incontriamo ogni giorno. Ne siamo certi, il Signore fa prodigi per il suo fedele.