- Questo sito usa cookie per fornirti un'esperienza di navigazione migliore.
- approfondisci
- ok
Solennità di Ognissanti
Per otto, anzi nove volte, nel Vangelo appena proclamato risuona la parola: Beati!
Una pagina tratta dal Vangelo che esattamente fra un mese diventerà la nostra guida, il Vangelo di riferimento: nuovo anno liturgico che inizieremo con il tempo di Avvento (29 novembre).
Beati! Se ci guardiamo attorno, in questo nostro mondo che sempre più sembra allontanarsi dall’umano, … chi è il beato?
Il potente, colui che usa la forza, colui che osa e ottiene, chi non si fa problemi nell’ingannare… o forse - terra terra - nel nostro linguaggio comune, colui che è fortunato, che ha possibilità che altri non hanno, chi vive situazioni che lo mettono al riparo da pensieri, incertezze, difficoltà.
Beati! Questo Vangelo ci viene proposto oggi nella solennità di Tutti i Santi. Chi sono i Santi? Aureola, collo storto, mani giunte… volti sdolcinati… si, non possiamo smentire la pietà popolare nei secoli ha raccontato, soprattutto nelle immagini, nelle statue, nei santini il volto di questi uomini e donne che sembrano avere poco di umano e molto di soprannaturale.
Ma i santi e le sante sono stati uomini e donne come noi, come le nostre mamme, come i nostri giovani, come i nostri preti… impastati di vita, di umanità… di certo non esenti da tentazioni, da debolezze, incertezze, dubbi, fatiche.
Ma non hanno avuto paura di rimettersi in piedi ogni volta che sono caduti, non hanno avuto paura di cercare Dio quando lo percepivano lontano, non hanno avuto paura di osare e di andare controcorrente… cosa che ahimè oggi non sempre siamo capaci di fare.
Oggi sei fuori moda se non festeggi Halloween, oggi non sei allineato se non vivi la movida, l’aperitivo, lo sballo o la ricerca di qualcosa che ti faccia sentire vivo… alla maniera di questo mondo!
Tutti nasciamo originali ma tanti muoiono fotocopie. Andare controcorrente oggi, essere originali, cercare e dare un senso alla nostra vita…
…andare contro corrente è avere il coraggio di dire si, sono cristiano e non ho paura di trovare il tempo per andare a messa tutte le domeniche… perché è la mia fede, il mio credo, il mio essere di Gesù… si sono vivo e non ho paura di uscire per una serata quando sono le 20/21 e rientrare alle 23… a mezzanotte… del resto, le fotocopie dei giorni nostri hanno orari e ritmi che non fanno più parte di quel saper vivere la vita con gusto, con gioia, con impegno… e assistiamo impotenti agli effetti talora devastanti di chi è una fotocopia.
Qual è la tua beatitudine? Che cosa vuol dire essere beato? Essere povero, in pianto, mite, operatore di pace, perseguitato… certo se questo fosse il loro destino: anche no. Ma il povero sa fare spazio a quello che vale nella vita, perché è libero dalle zavorre di questo mondo; colui che piange non ha paura di mostrare le lacrime oggi con la certezza che Colui che è la vita, il sorriso, la gioia… saprà consolare. E potremmo continuare! * Fratelli e sorelle chiediamo ai Santi, noi facciamo parte di questa famiglia, che ha le sue radici su questa terra e la sua meta nella Gerusalemme celeste, chiediamo a chi ci ha preceduto nel cammino che ci dia un cuore semplice, mite, umile, pacifico… che sa sorridere, stupirsi, innamorarsi di tutto il bello che il Signore non si stanca di donarci senza cercare ciò che non ci appartiene e non ci fa persone autentiche, come desideriamo essere noi: con un cuore, con un’anima, con la speranza che siamo fatti per altro, che siamo fatti per l’oltre!
Don Claudio